A Partinico, in Sicilia, due cooperative di agricoltura etica e sostenibile hanno unito le forze per lanciare una foresta alimentare.
Coltivare la terra e le relazioni umane nel segno della legalità: è questo l’obiettivo della foresta alimentare che sta nascendo a Partinico, in Sicilia, su un terreno di cinque ettari confiscato alla mafia. Dietro questo straordinario progetto ci sono le cooperative NoE e Valdibella, che da anni si battono per un’agricoltura etica e la tutela degli equilibri naturali e sociali.
Che cos’è la foresta alimentare in Sicilia
La foresta alimentare – conosciuta con il termine anglofono di “food forest” – è un orto che imita l’ecosistema di un bosco e la sua biodiversità. Questa “fabbrica di cibo” naturale produce spontaneamente frutta e verdura, fa da habitat per le specie animali selvatiche e da risorsa alimentare per le api.
Il progetto siciliano di “foresta commestibile” si sta realizzando grazie agli investimenti di chi ha scelto di sposarne la causa e a una vincente campagna di crowfounding sulla piattaforma We Make It. In breve tempo sono stati raccolti i 67.875 euro necessari all’inizio dei lavori, ben oltre l’obiettivo fissato dei 60mila.
NoE e Valdibella hanno messo in piedi una collaborazione per la futura vendita dei prodotti con Crowd Container, l’associazione svizzera di commercio eco-sostenibile che mette in rete produttori, acquirenti e gruppi d’acquisto solidali.
La missione della foresta “che si mangia” di Partinico non è soltanto raggiungere l’autosufficienza alimentare ed evitare lo spreco delle risorse idriche. Oltre all’aspetto agricolo c’è in ballo un risvolto occupazione altrettanto importante. Le cooperative si battono per l’inserimento lavorativo di persone con diverse fragilità e impiegano persone con disabilità fisiche o psichiche o ragazzi in affidamento dai tribunali.
Cosa si coltiva nella foresta alimentare in Sicilia?
La “food forest” siciliana prevede la piantumazione di 1500 tra alberi, piante ed erbe aromatiche. La varietà è davvero ricca: si va dalle aromatiche come origano, rosmarino, salvia e timo a varietà antiche di fruttiferi e frassini da manna, noci, agrumi, moringa, ortive. Senza dimenticare piante tropicali quali annona, avocado e passiflora.
Sono previsti pure un agrumeto, un giardino mediterraneo con biancospino, corbezzoli, ginestra, mirto, querce e rosa canina, un bio-lago e una schiera di siepi frangivento e anti-incendi.
“Se ci riflettiamo meglio – si legge sul blog di Valdibella –, un modello così pensato più che essere innovativo o come si dice spesso ‘una nuova frontiera del cibo’ in realtà riporta l’agricoltura al suo ruolo originario, quello cioè di garantire prodotti genuini e sostenibili alla comunità di riferimento senza essere soverchiata da logiche estranee e avvilenti”.
Ecco un’anticipazione di quello che succederà a Partinico non appena la “foresta del cambiamento” sarà completa. La “food forest” siciliana, sostenuta economicamente da FPT Industrial, sarà anche la prima comunità del cambiamento di Slow Food Italia.
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ultimo aggiornamento: 16 Maggio 2021 16:03